Roberto Miele e' nato a Napoli il 29 novembre 1976, e ivi resiede. Laureando in Lettere moderne presso l'Università Federico II di Napoli, con una tesi in Storia della Letteratura italiana, intitolata "Apologie del silenzio: il Segretario di lettere nel XVII secolo". Studioso di Letteratura contemporanea, si interessa inoltre di Cinema, Musica, Pittura, Antropologia, Intelligenza Artificiale, e Multimedialità, con una particolare attenzione agli sviluppi mediatici della rete informatica.
All'attivo ha le seguenti collaborazioni:
- FIORA/CVIJETA libro di Matilde Tortora, La Mongolfiera, Cosenza 2001.
- Technognosis di Erik Davies, Ipermedium Napoli, 2001.
- Echi postumi, il doppiaggio nell'epoca multimediale, intervento all'AcquaFestival I° Edizione del Festival del Cinema di Acquappesa sul Doppiaggio 1, 2, 3 giugno 2001.
- Docente di Letteratura italiana, Lingua e Letteratura Francese, Storia e Geografia.
l'Istituto privato Jacobellis di Calvizzano (NA), per i mesi Ottobre e Novembre 2001.
- Responsabile di Redazione per l'Associazione Artistica Culturale "3° Millennio".
- Critico letterario per IL RIFUGIO DEGLI ESORDIENTI, sezione "Lettura Incrociata".
- Articolista free-lance per Errata Corrige, mensile d'informazione.
- Recensore per NETeditor.
- Redattore per L'ISOLA DEL TESORO, Rivista di Cinema e Letteratura.
Ha pubblicato una lunga serie di poesie, racconti, saggi, interviste sparsi per la rete. Inoltre:
- Le ombre nello specchio dell'Intelligenza Artificiale, saggio critico dei paradigmi presiedenti la disciplina dell'IA, pubblicato su Errata Corrige, Mensile d'Informazione, Numero 2.
- Echi postumi. L'effetto straniante del doppiaggio cinematografico, saggio di semiologia, pubblicato su Errata Corrige, Mensile d'Informazione, Numero 2.
- Un narrarsi indeterminato: le parentesi aperte di Antonio Pizzuto, saggio di critica letteraria, pubblicato su L'ISOLA DEL TESORO, Rivista di Cinema e Letteratura, Anno 2 - Numero 4.
- Torbide ossessioni, recensione al film omonimo di Steven Soderbergh, pubblicato su L'ISOLA DEL TESORO, Rivista di Cinema e Letteratura, Anno 2 - Numero 4.

Ha scelto per voi navigatori queste tre composizioni:

Da un anno a questa parte ascolto
Criptosonetto arreso all'idea del silenzio
a Domenico


Da un anno a questa parte ascolto

Da un anno a questa parte ascolto
l'eco che avvolge la pietra, i nomi,
ad un passo dall'orlo, dove esisto
come solo potrebbe un gesto incompiuto.

Ed è così, mi dico, così presto
e questo il modo, questa l'astinenza
inappagabile, delusa, sorprendente
che piaga le mie labbra di promesse.

Speravo non potesse bastarmi il perdono
che svena inosservato, che dimenticando
implora di esiliarsi oltre la soglia
delle offese presunte e dell'informe
sgomento di chi avrebbe reagito non so come.

Nessuno è in casa, solo quest'antica
smania di redimere le assenze
in una faccia, dove siamo perduti
come il bacio di Giuda e il sorriso
inguaribile della Gioconda.

Nessuno osa bussare alla mia porta
perché è aperta da sempre, simile
agli specchi opachi, piena d'ombre
sospette. E forse sono queste
parole, le uniche superstiti, sebbene
sopravviverle avveleni la memoria.

Me ne andrò, chissà dove, quasi sazio
dei libri non letti, dei segreti
dimenticati, come
colui dalla veduta amara, coi miei no.


"Criptosonetto arreso all'idea del silenzio"

Mani, tremate ancora, ancora
nude di autunno, di paesaggi, di are,
per quanto seme rintombato a spaglio
per quale semenzaio o dio o miraggio.
Siate distanti, e l'una all'altra estranea,
l'acqua un errore inamovibile,
dubiti il chiodo, dubbi nel disfatto
prisma delle occasioni.
E mani, quanta polvere alla soglia,
quanta ruggine d'unghie, quante morse,
a fare schermo per l'intero gioco;
e se non fosse che il silenzio è poco
potreste dire come ne conviene.
Mani, misero motto, piume gelide.


a Domenico, nel giorno del suo compleanno

Per questa sera pochi gli argomenti
giusta la cena, brevi le partite
a scacchi, caro mephisto mio, solo
la voglia di restarti ancora accanto
con qualche buonasera da ripetere
assieme, sottovoce, quasi tutto
il resto già bastasse, sottinteso.

Per questa sera lascia le candele
ardere dolci, resto sulla soglia
delle parole che non ti dirò,
non con la voce almeno. Poi finita
la festa, dibranchiando dalla torta,
potrei intonarti pure qualche ninna
nanna di nani tra ninnoli e nannoli.

...


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