Come avrete capito un po' tutti sono innamorato della mia citta' che, nonostante sia sommersa dai problemi che affliggono tutte le grandi metropoli, resta sempre la citta' in cui mi piacerebbe vivere. Tanto amore non poteva non riversarsi anche sul linguaggio che usiamo noi partenopei. (Napoli e' detta anche Partenope perche' si dice che sulle sue rive morì la sirena Partenope). In questo spazio parlero' appunto della lingua napoletana spiegandone le origini e le variazioni susseguitesi nel tempo. Usare Internet mi consente di poter divulgare queste nozioni sia ai napoletani vicini che quelli sparsi per il mondo, non trascurando chiunque voglia leggerle per semplice curiosita'(anche se non napoletano).
La prima cosa da dire e' che il napoletano ha subito una notevole influenza dalle dominazioni straniere che si sono susseguite durante i secoli. Quindi troviamo riscontri nelle lingue Spagnola, Latina, Greca ed addirittura Araba. Nonostante tutto, il dialetto si e' evoluto ed ha acquistato un proprio carattere, una propria forma le cui origini documentate risalgono al 1200 con un testo per canzone dal titolo "Canto della lavannare del Vomero" di anonimo. Il popolo ha caratterizzato il linguaggio segnandolo con la propria gioia di vivere. Cio' lo si riscontra in alcuni vocaboli quali per esempio PERCOCA (che e' la PESCA dal Latino PRAECOQUUS ossia frutto precoce). Pronunciarlo provoca un piacevole rigurgito che massaggia il palato lasciando in bocca il piacevole sapore di questo gustoso frutto non avendolo mangiato affatto.
Tipico, poi, il modo di anteporre ad alcuni verbi le consonanti N ed M come in 'MBRUSCENA' (strofinarsi) e 'NTALLIARSE (inbambolarsi).oppure le variazioni, se non proprio mutazioni, di consonanti che vedremo piu' avanti. In questa rubrica inseriro' i vocaboli da voi richiesti con il vostro nome.